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Oltre Lilith







Del mito di Lilith si trova traccia in numerose culture con accenti e sfumature diverse. Di queste sono interessanti due declinazioni: Lilith come una donna che non si sottomette all’uomo; Lilith come un demone che si ribella soprattutto contro Dio.

C’è un famoso dipinto di Collier che sembra raccontare questo secondo scenario, in cui questa scelta di campo sembra essere rappresentata da una Lilith che è avviluppata dalle spire del serpente: come a dire che ci sono due diversi aspetti della seduzione al male che si alleano. Nella figura femminile del dipinto la malvagità sembrerebbe declinarsi in modo ambiguo: nella bellezza della sua nudità e nel suo sorriso ammiccante e compiaciuto; quindi un male sinuoso, difficile da discernere, seducente se non persino sessualizzato. Al di là delle intenzioni dell’artista, più che una rappresentazione sessualizzata del male e della donna il dipinto evoca delle tensioni erotiche invece che banalmente sessualizzanti, ed ironiche invece che banalmente ammiccanti.


La nudità di Lilith e il suo eros finisce col somigliare alla canzonatura dello stereotipo sessualizzato e sessista: Lilith usa il pregiudizio contro il pregiudizio. Se infatti il serpente ha sedotto Eva, nella mia favola è Lilith che seduce il serpente invece che esserne sedotta.

Lilith è una donna che entra nella propria vita. Lo fa a modo suo: non a modo di Eva ma nemmeno di Adamo, che Lilith non scimmiotta. La via di Lilith è senza ipocrisia: mentre Eva è stata ricoperta da una foglia di fico, Lilith è nuda. Ma non è nuda per sedurre l'uomo. È nuda perché lo vuole, è nuda perché può, è nuda per intrappolare il serpente che dovrebbe irretirla, è nuda perché è ironica come il suo sorriso. Credere che la seduzione o la nudità sia sempre una funzione del sesso o dell'uomo è forse un altro pregiudizio.

Immagino questa Lilith in conflitto con se stessa, tra luce e oscurità, la immagino deviante e divertita, non riesco a vederla come un demone cupo e monotono. Si copre con il serpente al posto della foglia di fico, gioca con il (pre)giudizio e lo emette contro gli altri, ritorce il pregiudizio contro i moralizzatori che moralizzando si trastullano con l’idea di ciò su cui moralizzano: è creatrice di potenziali paradossi, può essere temibile ma sa essere giocosa, sa essere oscura e sa essere adamantina e a volte incredibilmente lei è entrambe le cose, insomma è fatta di vita.

La mia favola va oltre. Quello rappresentato nel dipinto potrebbe essere un momento di passaggio: Eva che intraprende la strada per essere Lilith. Forse Lilith è il nome di Eva dopo aver percorso il suo sentiero. Forse è una distorsione ottica che Eva e Lilith fossero due figure mitologiche distinte, ma piuttosto la seconda è l’evoluzione della prima. Forse nel dipinto di Collier è raffigurato un passaggio di confine, una Eva che sta diventando Lilith.

Comunque si nasca Lilith bisogna in qualche modo diventarlo, su un sentiero che è il proprio personalissimo. Questa possibilità la preferisco perché mi sembra connessa a una libertà più vera e riferita a se stesse ma intessuta nelle relazioni, negli incontri della propria vita, invece che a una versione di libertà meramente contrapposta a qualcosa (contro l’uomo o contro Dio). L’idea di una Lilith unicamente contro qualcosa e contro un destino sottomesso è un’idea priva di vero potenziale e che non le rende giustizia.


La pittura di Collier è solo un’istantanea, comunque la si voglia vedere probabilmente la storia non è tutta lì: tutto può succedere dentro quel sorriso tra lei e il serpente. La scelta senza scelta di Eva era tra sottomettersi ad Adamo o sottomettersi alla tentazione del serpente; se sottomettersi al maschile e alla sua idea di femminile o se porsi in opposizione ad essa assecondando comunque una volontà non sua. Eva diventando Lilith edifica una scelta non data, la strada difficile ma necessaria di conoscere e costruire, in una trama di relazioni, la propria personalissima femminilità per se stessa invece che solamente come o contro qualcosa.


Non si nasce soltanto donna bisogna in qualche modo anche diventare quella particolarissima donna. E per diventarlo è insufficiente non essere Eva, ed è insufficiente perfino essere Lilith: bisogna anche andare oltre Lilith per essere sé stesse.




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